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martedì 20 aprile 2010

Il controllo della politica: potere di nomina e logica clientelare

La questione: le differenze tra pubblico e privatoUno degli argomenti che più di altri spesso catalizza l'attenzione nel confronto tra pubblico e privato è l'efficienza. Si è soliti dire che il privato è più efficiente del pubblico, e che questa efficienza è agita da fattori quali la proprietà privata dei mezzi di produzione, dalla possibilità di lucrare un profitto, ovvero dal rischio di fallimento. Dinamiche motivazionali, spinte efficientiste e processi di responsabilizzazione del personale sono effettivamente più forti nelle organizzazioni private che in quelle pubbliche. La diversa intensità con cui questi fenomeni agiscono nelle organizzazioni pubbliche e private genera una forbice tra il diverso rendimento di quest'ultime, particolarmente evidente nei settori che vedono pubblico e privato agire come concorrenti: sanità e istruzione. A volte, addirittura, la differenza è tale che il pubblico, e i suoi sostenitori, percepiscono il privato come una minaccia per la propria sopravvivenza. Procedendo su tale ragionamento, comunque fondato, la differenza nella qualità del servizio reso (si pensi alla sanità) determina, attraverso la politica dei prezzi e delle tariffe, una segmentazione dell'utenza in due categorie: i pochi-danarosi-semplici e i tanti-meno abbienti-critici. Come è possibile? E, soprattutto, come intervenire senza cedere alla tentazione di mettere in contrapposizione pubblico e privato?

Come è possibile: il clientelismo.
Pubblico e privato sono soggetti alla stessa patologia: il clientelismo.
Il clientelismo, o logica clientelare, è lo strumento che ha la politica, una parte non nobile della politica, di controllare l'economia per finalità ed interessi particolari. La logica clientelare è manovrata attraverso il potere di nomina. Il politico che nomina, o favorisce la nomina, di un dirigente o di un operatore in un'azienda, pubblica o privata, mette il "nominato" nelle condizioni di "mostrargli la propria gratitudine". Gratitudine che, ben inteso, condizionerà il suo lavoro nell'organizzazione nella quale è stato nominato. Il potere di nomina, con le clientele che ne seguono, colpisce sia le organizzazioni pubbliche (Enti, Aziende Sanitarie, Aziende Ospedaliere, ecc...), sia le organizzazioni private (Banche, l'ha scoperto anche Bossi!). L'incursione della politica nel funzionamento delle organizzazioni pubbliche e private, in settori delicati come quello della sanità, produce effetti distorsivi nel loro funzionamento, favorendo gli interessi particolari a scapito di quelli collettivi. Il ricordo della Clinica Santa Rita può valere come esempio.

Come intervenire: chiarire la committenza.
Spesso le persone nominate e "clientelizzate" possiedono le competenze per occupare i posti ai quali vengono assegnate. L'elemento distorto non è il loro curriculum, ma la committenza. Il committente, colui che dà il mandato e verso cui l'incaricato si obbliga integralmente, deve coincidere con l'organizzazione per i cui interessi egli deve agire. Non è un fatto secondario o marginale. Significa togliere alla politica, alla sua parte meno nobile, il potere di controllare i settori più delicati orientandone i livelli di prestazione per finalità particolari, non sempre coincidenti con l'interesse generale. Significa impedire che si generi lo scontro tra sanità pubblica e privata, posto che entrambe devono potersi organizzare autonomamente, senza beneficiare di rendite di posizione e senza pagare il prezzo di privilegi concessi ad altri. E' un discorso molto più pratico di quanto possa sembrare. E per questo molto complesso da teorizzare.

Pietro Insinnamo

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