Sei interessato a discutere di società e politica? Qui puoi farlo con noi e con chi lo desidera. Con il solo limite del rispetto reciproco. Augusto, Mario, Mattia, Maurizio e Pietro ti danno il benvenuto.

lunedì 29 marzo 2010

Uscire dal nido

La Veglia in Traditione Symboli ripropone un rito antico della tradizione cristiana, quando il battesimo veniva conferito in età adulta. Nel corso della sua omelia per l’occasione, sabato 27 marzo, il card. Tettamanzi ha toccato temi di ampia rilevanza sociale. E politica. Per nulla confinabile ai credenti.
A urne ancora aperte, ne riporto alcuni brani per tornare a stimolare il confronto su questo blog dopo le fasi, concitate ma interessanti, della recente campagna elettorale.

“(…) Il nido potrebbe essere la propria famiglia, le amicizie ristrette, il gruppo alla pari. Tutto quello che non chiede grosse responsabilità, non spinge al confronto e non espone a rischi. Ma questo nido potrebbe anche essere la propria comunità o il gruppo nel quale si sta bene, si ragiona tutti allo stesso modo, si fa quello che ci fa sentire a posto. È facile stare dentro lì, magari anche fino all’età adulta, piuttosto che sostenere la complessità che ci circonda e affrontare il rischio di delusioni o di fallimenti. Questo nido potrebbe anche essere quello di un’esperienza di fede privata ed intimista, di una spiritualità chiusa e ripiegata su se stessa, che genera una pace interiore ma non diventa profezia per il mondo.
(…) Qualche volta, certamente, vi siete chiesti: “Ma chi me lo fa fare?”. Sì, vi capisco, ma oso ripetere: non rintanatevi! Coltivate il desiderio di mettervi in gioco accettando le sfide del mondo. Non fatevi intimorire dalle difficoltà.
(…)I problemi e le attese del mondo vi interpellino e vi scuotano. Sentitevene responsabili. C’è bisogno di gente onesta che non cerchi soltanto il proprio interesse. C’è bisogno di gente autentica e sincera, non preoccupata di un’apparenza che nasconda poi tanto marciume. C’è bisogno di giovani disposti a fare fatica per ottenere risultati e successi e non giovani pronti a raggiungerli mediante compromessi, favori e raccomandazioni. C’è bisogno di una generazione capace di essere tollerante, forte nel dialogo e nel confronto, capace di apprezzare le diversità. C’è bisogno di uomini e donne che sappiano costruire un tessuto di legalità e di riconciliazione, che sappiano mettersi dalla parte dei poveri, degli stranieri, di chi è emarginato, solo e senza speranza. Non piegatevi all’economia della competizione ma costruite quella della solidarietà. Cercate il bene comune.”