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venerdì 23 aprile 2010

Il boss è solo

"Altrimenti che fai, mi cacci?!". E' la frase con cui Fini si è rivolto in modo plateale a Berlusconi. Non è solo una frase, è una sfida. La sfida di un uomo fermo, convinto, determinato a non cedere, a non farsi intimorire, a non provare soggezione di Berlusconi. Questà è la vera novità politica di quanto sta accadendo nel PdL: la rottura dei due leader certifica che è possibile non provare alcuna soggezione di Berlusconi, non subire la sua tracotanza, il suo ascendente, la sua protervia, anche senza militare nel centrosinistra. Anzi, dal centrosinsitra mai nessuno ha avuto la forza, la credibilità a l'autenticità di affondare su Berlusconi così come ha fatto Fini.

"La musica è finita, gli amici se ne vanno". La frase non appartiene a Fini, ma è ugualmente celebre. Il nucleo titanico del Polo delle Libertà del 1994 si è dissolto, disgregato, diviso. Casini ha mollato Berlusconi già da due anni. Fini gli sta facendo masticare amaro, quasi avesse colmato una misura di attesa e pazienza che sembrava inesauribile. Bossi? Bossi ha già tradito. Proprio nel 1994. E' pacifico che il rapporto che lega Bossi e Berlusconi non ha solo contnuto e ragioni politiche. Ci sono interessi economici, assetti di potere, equilibri sociali, posti e poltrone che rendono recirpocamente interessante il rapporto tra i due. Ma Bossi non è disposto a morire per - e con - Berlusconi. L'ha già tradito una volta. Lo farà di nuovo se il vantaggio del tradimento sarà maggiore del profitto ad essergli fedele. Via Casini, Fini contro, Bossi cane sciolto... per Berlusconi la musica sta finendo.

Consenso e ragione. Voglio chidure lanciando e condividendo una riflessione. Credo che vada distinto il consenso politico dalla ragione delle idee. Riscuotere consenso non equivale ad avere ragione delle idee. La non equivalenza tra consenso e ragione è stata magnificata dalla Direzione Nazionale del PdL di giovedì. Fini, un leader solo con le proprie idee, non ha consenso all'interno del PdL, conta meno del 10%. Ma la forza del suo 7% sta nelle idee che ha, molto più forti del consenso numerico che esse potrebbero avere e soprattutto capaci di mettere in difficoltà Berlusconi e il suo consenso del 93%. Idee che personalmente apprezzo per la coerenza ma non sempre condivido, soprattutto sui temi etici. Comunque sia, anche in questo passaggio, cioè nella certificazione che la ragione delle idee può competere con la forza del consenso (che in una democrazia mediatica spesso degrada nel populilsmo sia a destra che a sinistra), sta una novità positiva di quanto sta accadendo nel PdL e sopratutto sta un chiaro segnale della nascente solitudine del boss.

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