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lunedì 19 aprile 2010

Leva fiscale e politica industriale, uscire dal guado

Non credo che il problema dell'equilibrio del bilancio dello Stato e degli Enti Locali possa trovare soluzione strutturale e definitiva nella lotta all'evasione. E' sacrosanto, condivisibile e difendibile il principio, teorico e pratico, che alle necessità della collettività concorrano tutti i cittadini in ragione della propria reale capacità contributiva. Il punto per me focale è però un altro. Lo Stato e gli Enti Locali devono "budgetare" le uscite in ragione di quanto prevedono, con ragionevole certezza, di introitare. Quanto è certo l'incasso derivante dalla lotta all'evasione? Quanto questa lotta può essere presa a riferimento per determinare i livelli di spesa sostenibili? L'evasione va combattuta, ma non può costituire l'unica strategia (e forse neanche quella prevalente) per il finanziamento delle spese correnti. Va semmai messa a fuoco l'equazione esistente tra spesa - gettito e tra reddito - produzione: l'entità del gettito, che determina il livello della spesa sostenibile, è funzione dell'entità del reddito, determinato da quanto un'economia produce. Più un sistema economico produce, in termini di ricchezza, maggiore è la quota che esso può destinare alle necessità collettive. Un'economia depressa sarà sistematicamente compressa tra l'incudine del debito e il martello dei tagli alla spesa. Un'economia caratterizzata da stabile crescita, direi virtuosa, può trovare nel valore aggiunto prodotto la via per svincolarsi dalla morsa dei tagli e del debito, senza ricorrere alle chimere delle alchimie contabili. Certo serve una politica che favorisca, culturalmente prima che ancora che negli atti formali, l'industria. Una politica industriale che ponga le condizioni strutturali, strategiche, infrastrutturali, culturali per consentire alle imprese di "produrre ricchezza" in senso lato, con effetti a cascata in termini di ricadute sociali prima ancora che economiche. Svilupperò ulteriormente il ragionamento, non prima di avere messo in evidenza, in un prossimo post, il tema del "controllo esercitato dalla politica sull'economia: potere di nomina, diritto di clientela".

Pietro Insinnamo

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