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mercoledì 25 agosto 2010

Scenario politico: posizioni in campo

Lo scenario politico nazionale si presenta molto complesso. La conflittualità di questi mesi è indice di una nuova transizione politica verso una terza fase della vita repubblicana. In questa transizione tutti i protagonisti si stanno posizionando in funzione dei propri interessi ed obiettivi. La difficoltà a rendere compatbili tra loro questi interessi, ovvero complementari, amplifica il conflitto.

Berlusconi. Berlusconi ha il problema di individuare l'erede a cui lasciare in dote il berlusconismo. Non è detto che lo scelga nell'ambito politico. Anzi, credo che sia più probabile che lo peschi fuori dalla politica, cioè dal suo enturage familiare o aziendale. Il berlusconismo non è una corrente di pensiero politica, pertanto il suo interprete e traghettatore del futuro non credo potrà venire dalla politica. Fino a quando Berlusconi non avrà scelto l'erede non forzerà la mano sulle elezioni. Sono in corso le selezioni.

Bossi. Anche Bossi ha il problema del passaggio generazionale. Ma a differenza di Berlusconi lui ha un luogotente già formato che potrà fare da reggente in attesa che maturi l'erede. Trattasi di Calderoli. La cifra culturale di Calderoli equivale a quella del leader maximo leghista: le spara grosse (forse più grosse) del capo. Deve solo imparare ad attaccarsi un pò di più alla poltrona e poi sarà un perfetto capo leghista. Fino a quando le trote non diventeranno grandi. Bossi ha tutto l'interesse ad accelerare verso le elezioni, dando per molto probabile una forte crescita di consenso e quindi del patrimonio da lasciare in eredità.

Fini e Casini. Fini e Casini puntano ad ereditare il patrimonio politico del centrodestra post - berlusconi una volta de-berlusconalizzato. Si sono posizionati in modo tale da attrarre tutti gli elettori che non sono di sinistra (circa il 75% degli italiani) e che non aderiranno al berlusconismo ed al leghismo futuro, pur magari avendovi aderito fino ad oggi. Oggi non sono pronti ad affrontare le elezioni per due ragioni: anzitutto perchè non sono organizzati territorialmente e mediaticamente, in secondo luogo perchè Berlusconi non è ancora cotto dal punto di vista politico. La proposta di allargamento della maggioranza è funzionale sia alla tattica di allungare la crisi sia di maginificare l'insufficienza di Berlusconi a risolverla, entrambe tattiche finalizzate alla strategia di far implodere il berlusconismo.

Rutelli. Francesco Rutelli sta espiando la colpa di essere transitato dal Partito Democratico. La penitenza è quasi finita. Starà con Casini e Fini nel nuovo centrodestra alternativo al centrosinistra. Deve solo dimenticarsi per sempre di pronunciare la parola "progressisti" e poi l'espiazione sarà compiuta.

Partito Democratico. Francamente, in tutto quello che sta accadendo nella politica italiana, il PD è il grande non pervenuto. Il PD rappresenta quel 25% di italiani che si collocano a sinistra. E' forse l'unica fazione che ha già perferzionato la sua transizione nella terza repubblica. Non ipotizzo sconvolgimenti al suo interno. E' un partito strutturalmente e strategicamente destinato a fare minoranza ed opposizione, e così sarà. Potrà avere qualche parentesi governativa, ma non credo che sarà in grado di lasciare il segno.

Sintesi. Non credo alle elezioni a breve. Al di là delle dichiarazioni strumentali non le vuole nessuno, non servono a nessuno tranne che a Bossi. In ogni caso deciderano Napolitano e i Partiti Politici presenti in Parlamento. Che piaccia o non il sistema politico italiano è di tipo Parlamentare e Partitico. Ancora non siamo alla democrazia diretta e plebiscitaria.
Il bipolarismo è destinato ad implodere e ridursi ad un ricordo non molto piacevole della seconda repubblica.
Nasceranno tre - quattro poli (come ai tempi della prima repubblica): lega - berlusconiani, centrodestra moderato (partito della nazione?), PD, altri estremisti legati al centrosinistra.
La strada è ancora lunga, ma sicuramente più breve di qualche mese fa. Quello che leggiamo oggi sui giornali è da intepretare alla luce di quello che accadrà nel futuro. Forse si potrebbe votare se si concretizzasse in questo senso un asse Lega - Pd, ipotesi non remota. Allora si che Casini, Fini e Berlusconi con Rutelli troverebbero subito una maggioranza alternativa in Parlamento. Sembra fantapolitica, ma spesso nella vita (e in politica quasi sempre) la realtà supera la fantasia.


Pietro Insinnamo

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